Recensione in Distortion
Dopo tre lavori editi dalla Holy, i franco/austriaci Elend chiudono la loro prima trilogia (l’ultimo “Weeping Nights” era cosa a sé stante) con “The Umbersun”, capolavoro di decadente oscurità, che segna il passaggio alla Music for Nations. Personalmente avevo apprezzato “Weeping Nights” per la deliberata assenza della voce maschile, e mi aspettavo che gli Elend seguissero tale strada, ma cosi non è stato: tornano le strazianti e disperate urla di sottofondo, tetre come non mai, unite ad ampie parti sussurrate e/o narrate, ma stavolta l’uso della voce maschile riesce ad imporsi, facendo passare in secondo piano i soavi vocalizzi femminili. “The Umbersun” è l’opera definitiva degli Elend: le melodie potenti ed inquietanti di “Du tréfonds des ténèbres” si contrappongono all’apparente quiete di “Melpomene”, carica della tristezza dei lugubri sussurri; il caos regna sovrano nell’apocalittica (appunto) “Apocalypse”, mentre un velo di tragicità avvolge la seguente “Umbra”. Compare un meraviglioso piano a scandire l’incedere di “The Wake of the Angel”, appena prima che le tenebre oscurino ogni speranza di salvezza… Altri 66 minuti di musica classica decadente, maestosa, monumentale, intimista, inquietante, onirica, oscura: musica senza tempo, tenebroso culto sonoro per la beatitudine di pochi.
9/10
Roberto Filippozzi
Distortion, N° 5-6 Maggio-Giugno 1998