Intervista con Laura per Resurrecturis

Dopo l'uscita di 'The Umbersun', l'album che rappresentava la maestosa conclusione e il culmine compositivo della personale rivisitazione che gli Elend avevano proposto dell''Officium Tenebrarum', Renaud Tschirner e Iskandar Hasnawi si erano chiusi in un silenzio che era stato da tutti interpretato come un definitivo scioglimento del progetto. E invece, sorprendentemente, gli Elend hanno spezzato questo silenzio l'aprile scorso pubblicando, ancora una volta, un capolavoro di musica profondamente oscura, che stavolta predilige composizioni dall'approccio più riflessivo, senza perdere, tuttavia, l'imponente solennità che ha reso la loro musica sempre così unica. 'Winds Devouring Men' è l'inizio di un nuovo ciclo che comprenderà ben quattro album che, per ammissione dello stesso Renaud, saranno ancor più violenti di tutta la produzione passata! Ecco quanto Renaud ci ha svelato del passato, del presente e del futuro degli Elend in quest'intervista che presento con l'orgoglio di chi ha sempre considerato la band austro-francese come un'importante punto di riferimento...

Ciao Renaud, prima di cominciare quest'intervista vorrei esprimerti tutta la mia ammirazione per 'Winds Devouring Men', a mio parere il più bell'album che gli Elend abbiano mai composto! Sono passati diversi anni da 'The Umbersun' e il silenzio che seguì l'uscita di quell'album aveva indotto a credere che gli Elend si fossero sciolti. Eppure siete tornati! Come avete vissuto la vostra vita artistica durante questo periodo di silenzio? C'è stato un momento in cui avete pensato che l'esperienza con gli Elend fosse deifinitivamente conclusa, oppure serbavate l'intento di tornare prima o poi?


Non eravamo veramente sicuri di voler di nuovo pubblicare musica con lo stesso nome. L''Officium' era completato e la sua forte connessione con il nome del progetto stava rendendo difficile il continuare ad usarlo trattando altri temi. Il lavoro che cominciammo dopo 'The Umbersun' era inteso come un nostro progetto in comune successivo agli Elend e lo stiamo ancora perseguendo. Riguarda un modo di scrivere musica più ambizioso e deve essere effettivamente visto contro il contesto della musica "seria" contemporanea o della ricerca del suono (il nome di questo progetto è Ensemble Orphique). La ragione per cui abbiamo recentemente deciso di pubblicare un nuovo ciclo degli Elend è che di tutta la musica che abbiamo scritto negli ultimi anni, ve ne era ancora una grande quantità che dimostrava di essere vicina al lavoro degli Elend, sebbene incorpori nuovi mezzi di espressione; la fusione di metodi di composizione "istruita" con tendenze popolari, la rivalutazione della violenza musicale, lo sviluppo drammatico dei pezzi, ecc., sono certamente elementi essenziali che formano il cuore di quel progetto. Inoltre, in questi ultimi anni abbiamo incontrato musicisti veramente talentuosi che hanno apprezzato di poter collaborare con noi e siamo anche in grado di lavorare senza dipendere da uno studio esterno per registrare e produrre la nostra musica. Questi ultimi due aspetti rendono la composizione e le registrazioni molto più interessanti... è più facile sperimentare su vari livelli.


Vi ascolto fin da quando uscì 'Leçons de Ténèbres', ho seguito gli Elend nel corso del tempo e ho amato profondamente 'The Umbersun'. Pur facendo ancora parte, quest'ultimo, della trilogia dell''Officium Tenebrarum', l'aspetto musicale cambia radicalmente: vi sono ancora le atmosfere oscure che avevano caratterizzato il vostro sound, ma nell'insieme vi è maggiore melodia e il cantato maschile non è più incentrato sulle screaming vocals. Come mai quell'album è così diverso dai precedenti?


La differenza principale è il budget che avevamo. Mi rincresce che non abbiamo potuto registrare i primi album con la stessa somma; per la prima volta abbiamo avuto i mezzi per lavorare sulla produzione in dettaglio. Ma pensi davvero che 'The Umbersun' è l'album più melodico dell''Officium? E' certamente il più soffocante. Vi erano molti passaggi cantati (in opposizione alle parti urlate!) anche nelle prime due parti. Ma sei libera di giudicare... l'unica cosa che posso dirti è che 'The Umbersun' doveva essere la messa più oppressiva dell''Officium'; la parte prima si focalizzava sulla disperazione, la parte due sulla ribellione e la violenza, e quell'album era segnato dal marchio della morte e del vuoto. Abbiamo intenzionalmente reso la densità orchestrale e la costante profusione di brutalità e oscurità il più insostenibili possibile.


Si potrebbe forse affermare che il mutamento stilistico in 'The Umbersun' era il segnale di un cambiamento nell'ispirazione musicale e che in qualche modo ha preparato il terreno per 'Winds Devouring Men'?


Non penso sia così. L''Officium' doveva essere una sorta di esaminazione della tradizione musicale "seria" occidentale; il ciclo abbraccia tutto dal Rinascimento alla metà del XX secolo, crescendo più violento e opprimente da un lato e più moderno dall'altro, mano a mano che avanza. Dovevamo seguire i nostri princìpi fino alla fine della trilogia. E in cotrasto a quei pezzi, che erano parte di un concetto che doveva funzionare come un flusso continuo, adesso siamo in grado di seguire un metodo di comporre musica fondamentalmente differente che potrebbe essere pienamente compreso solo quando i prossimi due album degli Elend saranno stati pubblicati. Ciò che si può notare ora, suppongo, è che noi trattiamo ogni pezzo individualmente o indipendentemente, focalizzandoci solo su pochi aspetti per pezzo piuttosto che dover considerare l'intero album come una unità. Questo non significa che abbiamo rinunciato alla nostra volontà di produrre un album coerente, drammatico e ben strutturato inserito in un concept più ampio! Noi sappiamo che questo elemento centrale degli Elend sarà sempre una parte essenziale del nostro lavoro insieme. 'Winds Devouring Men' è l'inizio di un nuovo ciclo di quattro album, nel quale noi affrontiamo aspetti musicali simili da una differente angolatura.


Ascoltando 'Winds Devouring Men' ho avuto la sensazione che l'atmosfera generale che pervade le canzoni sia più tranquilla rispetto che in passato e questo mi ha indotto ad affermare nella mia recensione che questo vostro nuovo lavoro è il più intimista che abbiate prodotto. Sei d'accordo con questa mia affermazione?


Penso tu abbia ragione. L''Officium' ritraeva un mondo abitato da un dio arrabbiato, un'incarnazione del risentimento. Questo nuovo ciclo mostra un mondo senza dio (anche se vi sono le divinità tradizionali), dove l'uomo è il giocattolo di forze accidentali che vanno oltre la sua comprensione: il tempo, gli elementi, la guerra; un mondo tragico. Lo stato d'animo generale è ovviamente più vicino ad una tale prospettiva antropocentrica.


Quale significato si cela nel titolo?


L'immagine dei venti che divorano l'uomo si basa su un'idea piuttosto semplice: l'erosione dei paesaggi ad opera dei venti, ma "resi carne" attraverso la loro connessione con gli esseri viventi. I venti diventano un'incarnazione metaforica del tempo che distrugge le civiltà. Sia il titolo dell'album, sia i temi del testo si attengono a quest'idea, ma la rendono più concreta; è qui che la metafora diventa interessante e nuova; riporta tutto il significato a quell'immagine.


Sempre più gruppi al giorno d'oggi decidono di curare personalmente la grafica dei propri cd e dalle note del booklet ho potuto constatare che con questo nuovo lavoro è stato così anche per gli Elend, infatti siete stati tu e Iskandar Hasnawi a lavorare alla grafica. In base a quali criteri avete scelto le immagini che dovevano raffigurare le vostre visioni?


Sai, abbiamo sempre realizzato noi l'impostazione. Per 'The Umbersun', l'impostazione sulla quale eravamo d'accordo con l'etichetta fu alla fine rifiutata per ragioni economiche; mantennero solo il minimo assoluto, è per questo motivo che in confronto il booklet e la confezione appaiono così poveri. Gli album degli Elend devono sempre essere visti nella loro interezza; il disegno, la fotografia o le illustrazioni sono indissociabili dai contenuti musicali e testuali; è difficile parlare dei criteri che riguardano la scelta dell'impostazione così come di ciò che riguarda la composizione delle canzoni.


In copertina mi sembra di vedere un uccello che dispiega le ali. Cosa rappresenta?


L'immagine in copertina non è ciò che si potrebbe definire "rappresentativa". Molti credono di vedere un uccello nero o una fenice che si solleva dalle ceneri. Un giornalista ha anche pensato che l'immagine fosse stata generata a computer, in modo simile a quanto Fredrik Thordendal ha fatto per il suo album 'Special Defects' (che è uno dei pochi album metal eccellenti in circolazione, comunque), ma non è così. La persona in questione credeva di vedere un buco nero che succhia ciò che c'è intorno. Qualcun altro ha pensato che fosse una fotografia delle dune al vento. Qualsiasi sia l'interpreptazione alla quale giungi, penso che la connessione con i venti del titolo sia ovvia; c'è questa sorta di ampio movimento che si associa al vento.


Ora facciamo un passo indietro nel tempo fino 'Weeping Nights'. Mi vuoi parlare del significato di quell'album? Si trattava di un cd che rompeva nettamente con quanto proposto in precedenza, essendo incentrato su brani tratti da 'Les Ténèbres du Dehors' in forma completamente depurata delle screaming vocals...


Si, l'incidente 'Weeping Nights'! La Holy Records aveva pubblicato i primi due album e pensava che la musica e le voci femminili sul secondo fossero scomparse sotto a troppi strati di urla. Perciò insistettero per ripubblicare una sorta di versione più leggera di quell'album, vale a dire senza le voci maschili. Non c'era molto che potessimo fare. Ma una cosa la facemmo: dal momento che pensavamo si sarebbe trattato di uno grosso scherzo per il pubblico, decidemmo di scrivere della nuova musica, deliberatamente in una vena più leggera rispetto a quella dell''Officium', per abbinare le nuove versioni "leggere" di 'Les ténèbres du dehors', e per fornire una sorta di calma prima della tempesta che doveva venire con 'The Umbersun'. Non avevamo molto tempo, dal momento che eravamo già a lavoro con 'The Umbersun', perciò in realtà vi è solo una composizione interamente scritta da noi delle tre nuove tracce, cioé 'Weeping Night'. 'The Embrace' è stata adattata da una canzone di Purcell (per quanto riguarda la musica), il testo è nostro. E 'O Solitude' è un famoso pezzo di Purcell. 'Weeping Nights' è un album a tutti gli effetti, ma a noi piace chiamarlo mini-album per enfatizzare il fatto che non deve veramente contare come long player.


Le prime composizioni degli Elend erano basate su maestose parti orchestrali che rendevano gli album di grande impatto sonoro e particolarmente densi musicalmente; nel corso del tempo il suono si è come "alleggerito", tuttavia una certa complessità appare sempre evidente. In genere quanto tempo richiedono la composizione e l'arrangiamento dei pezzi?


E' molto difficile rispondere, perchè dipende da ogni singolo pezzo. In generale si può dire che il lavoro attuale è realizzato più velocemente di prima, perchè non ci dobbiamo incontrare per niente per concludere i pezzi insieme, a differenza di ciò che successe per gli album dell''Officium'. Abbiamo i nostri studi ora e ognuno dei tre membri principali ha tutta l'attrezzatura necessaria per lavorare indipendentemente. Internet ha fatto un grande salto dalla metà degli anni novanta e ciò costituisce anche un grande aiuto per scambiarsi le idee rapidamente. E' vero che le nuove composizioni sono meno orientate verso la musica "classica" o "seria", ma il cambio nei mezzi di espressione è meramente legato ai bisogni del nuovo concept. La strumentazione è ancora in gran parte debitrice della tradizione sinfonica occidentale, ma sono stati incorporati molti nuovi elementi alieni a questa tradizione; non c'è più bisogno di ricorrere a massicce orchestrazioni sinfoniche, dal momento che credo che abbiamo portato questo ad una sorta di apoteosi con 'The Umbersun'. Abbiamo inserito più perucussioni e strumenti ritmici a corde, ma sono stati deliberatamente decontestualizzati.


Tornando per un attimo all''Officium Tenebrarum'; qual era il messaggio, se c'era, che volevate trasmettere con quella trilogia?


Ciò che abbiamo cercato di raggiungere con il ciclo dell''Officium' (che può più o meno essere sintetizzato come estrema violenza e oscurità opprimente) doveva essere presentato in forma comprensibile. La maggior parte delle persone nella nostra cultura hanno familiarità con certi aspetti della teologia cristiana e gli argomenti correlati, che riguardano anche svianti interpretazioni in filosofia o in lettertura. Al fine di produrre il nostro turbine tripartito verso l'assoluta oscurità cercavamo una figura simbolica che potesse rappresentare questo processo (Lucifero). Da una cerimonia Cattolica intesa ad accogliere la speranza e la luce come simbolo della resurrezione di Cristo (le "leçons de ténèbres"), che si tiene nelle tre notti prima della domenica di Pasqua, noi realizzammo una discesa nella totale mancanza di speranza e vuoto (da qui il nome "Elend"). In aggiunta a questo, l''Officium Tenbrarum' (o "Office des ténèbres") era strutturato secondo una sequenza di queste messe; il nostro concetto era molto elaborato sia nella forma sia nei contenuti; e anche molto coerente.


Non ho mai avuto notizia di concerti degli Elend. Vi siete mai esibiti dal vivo? Vi sarà in futuro la speranza di potervi vedere in concerto?


Ci viene spesso chiesto se un giorno ci saranno concerti degli Elend. Ci siamo esibiti dal vivo una volta, in Francia, nel 1995, ma non ci piacque quell'esperienza. Al fine di eseguire questa musica in pubblico in modo soddisfacente avremmo bisogno di un gran numero di musicisti e un periodo piuttosto lungo di preparazione, prove, ecc. Non avevamo tutto ciò per il concerto del 1995 e anche adesso non abbiamo tanto tempo a nostra disposizione, sfortunatamente. Ci piacerebbe molto suonare un numero ristretto di concerti in sale selezionate con una buona acustica, tuttavia, e in un mondo ideale probabilmente lo faremmo. Non ci interessa andare in tour; a causa della nostra situazione geografica -i compositori e musicisti vivono ancora sparsi tra l'Austria e la Francia- preparare tali concerti è difficile tanto quanto lo era prima.


Quali pensi saranno gli sviluppi futuri nel suono degli Elend?


Al momento attuale stiamo registrando l'album che segue di questo nuovo ciclo; sarà più veloce e più violento (o più bizzarro, se preferisci). Vi è un miglioramento nella qualità della produzione. Con 'Winds Devouring Men' era la prima volta che curavamo la produzione completamente da soli e vi erano scelte che dovevano essere fatte velocemente; ripensandoci, non sempre le migliori.


L'intervista è conlcusa, ti ringrazio infinitamente per la tua disponibilità e lascio a te l'ultima parola...



"Quando i venti soffiano, venera il loro suono" (consiglio pitagorico).


Laura